Il ministero ritarda le bonifiche
27/03/2007
La bonifica del polo chimico non dipende più da loro. Da quando, in
aprile, la zona è stata riconosciuta sito di interesse nazionale, la
partita è passata nelle mani del ministero dell'Ambiente che ora chiede
nuove analisi. Nulla di male se non fosse - dicono loro - che questi
ulteriori passaggi faranno perdere anni preziosi e un mucchio di soldi
alle aziende prima che si possa arrivare ad un effettivo intervento di
risanamento ambientale. Loro sono gli assessori comunali Putignano e
Battù, quelli provinciali Camocardi e Sali, i consiglieri regionali
Viotto e Monguzzi e la senatrice Donati: un gruppo di amministratori e
politici che battono i pugni e chiedono di essere ascoltati alle
commissioni ambiente di Regione, Camera e Senato. In tre anni di
lavoro, la conferenza dei servizi era arrivata ad un passo dalla
presentazione dei progetti preliminari di bonifica. «Erano previsti per
la fine di settembre - spiega l'assesore Putignano - Sarebbe stato un
traguardo importante da raggiungere perché con essi avremmo impegnato
in modo definitivo le aziende a realizzare gli interventi. Invece è
arrivata l'indicazione del ministero di eseguire nuovi campionamenti
che di fatto ha bloccato tutto». L'assessore non contesta la
possibilità di fare esami ulteriori, ma dice che quelli richiesti «non
aggiungeranno nulla di nuovo a quanto sappiamo già, faranno solo perder
tempo. Facciamoli pure gli approfondimenti - continua - ma intanto
andiamo avanti con i progetti di bonifica». Tra i rischi a cui fa cenno
vi anche quello che, ad andare troppo avanti con gli anni, la legge
sulla bonifica dei siti inquinati possa essere modificata in senso meno
rigido. «Finché c'è la possibilità - insiste - vincoliamo le
aziende». Il progetto preliminare punta all'individuazione delle
tecnologie di bonifica più efficaci per le specificità di Mantova.
«Dagli studi fatti in tre anni - dicono i politici nel documento
concordato - si desume che gli inquinanti presenti possono essere
sottoposti ad interventi di bonifica che permettono in tempi rapidi o
nel medio periodo la diminuzione delle concentrazioni nelle matrici
ambientali». Una stoccata contro il governo. «Ci chiediamo a cosa
serva l'inserimento nei siti di interessa nazionale se non ha portato
alcuno stanziamento economico, nessun supporto e nessun contributo
tecnico innovativo, nessun rispetto per il contributo di conoscenza
elaborato a livello locale». Un'altra contro il centro destra locale e
regionale «che rivendicando maldestramente interessi di tutela
ambientale, di fatto contribuisce a paralizzare l'effettivo
risanamento, utilizzando tutti gli strumenti possibili, persino forti
ingerenze sugli aspetti tecnici gestiti localmente». «Per noi la
tutela della salute dei cittadini - concludono - è il primo obiettivo
da garantire e la nostra politica di governo inizia con la presenza
continua e concreta sul territorio di strumenti progettuali innovativi.
Altri scelgono facili ostruzionismi locali mentre a Milano o a Roma
predicano - e praticano - il contrario».
Da: "La Gazzetta di Mantova"
Rubrica: Cronaca
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