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Mozione sulla questione del Tibet
18/04/2007

Mozione
Atto n. 1-00095

Pubblicato il 18 aprile 2007
Seduta n. 142

DONATI, PALERMI, MALAN, FONTANA, RAME, MARTONE, ZANONE, THALER AUSSERHOFER, FERRANTE, BOBBA, BENVENUTO, MOLINARI, GALARDI, DE PETRIS, RIPAMONTI, SILVESTRI, FUDA, BELLINI, PETERLINI, PERRIN, MANNINO, RANDAZZO, BRUTTI Paolo, BOSONE, PIGLIONICA, BODINI, BATTAGLIA Giovanni - Premesso che:
da anni il Parlamento italiano segue con particolare attenzione e vicinanza la battaglia nonviolenta del premio Nobel per la pace, Tenzing Gyatso, XIV Dalai Lama del Tibet e del popolo tibetano e da ultimo la questione tibetana è stata oggetto di mozioni e risoluzioni discusse e approvate dalla Camera dei deputati il 12 dicembre 2006 nell'ambito della discussione dei diritti umani in Cina;
il Dalai Lama, capo spirituale e politico dei tibetani, ha da tempo indicato nella "via di mezzo" la propria proposta concreta di soluzione dei rapporti sino-tibetani;
la diaspora tibetana si è organizzata con un Parlamento in esilio democraticamente eletto, con un Governo ed un Primo Ministro che hanno riaffermato ed operato assiduamente nell'indirizzo consolidato indicato dal Dalai Lama;
l'approccio della "via di mezzo", con realismo e lungimiranza politica, prevede la rinuncia esplicita alla richiesta di indipendenza statuale per il Tibet, ma chiede il riconoscimento di una genuina autonomia per il territorio del Tibet storico, la difesa della cultura e della lingua tibetana, la libertà di esercizio religioso, prendendo atto della realtà di fatto consolidata da oltre cinquant'anni di occupazione militare cinese;
uno dei problemi più significativi sorti dagli ultimi decenni della colonizzazione cinese risulta essere quello ambientale, aggravatosi ulteriormente a seguito del recente completamento della linea ferroviaria Qinghai-Lhasa. Inaugurata lo scorso luglio 2006 dal Governo cinese, è lunga 1.142 chilometri e supera anche un passomontano ad oltre 5.000 metri, ma è stata definita dal Dalai Lama come una "seconda invasione cinese" e molte organizzazioni ambientaliste internazionali hanno segnalato il forte impatto sul delicato equilibrio ambientale e paesaggistico del "tetto del mondo";
nel settembre 2002 sono stati avviati dei colloqui negoziali informali fra il Governo della Repubblica Popolare cinese e gli inviati speciali del Dalai Lama: cinque serie di negoziati si sono ripetute dal 2002 ad oggi senza sostanziali risultati;
il 17 gennaio 2007 hanno avuto ufficialmente inizio a Pechino i negoziati per un accordo quadro di cooperazione e di partnership tra Unione europea e Cina e in questo ambito il Governo italiano ha inteso far convergere la propria azione politico-diplomatica per favorire una soluzione della questione tibetana;
i rapporti italiani con la Repubblica Popolare cinese sono stati ulteriormente rafforzati dalla visita della delegazione composta da membri di Governo e da esponenti del mondo produttivo ed imprenditoriale in Cina del settembre 2006 mentre il Parlamento italiano ha ricevuto ufficialmente il Dalai Lama e i suoi collaboratori il 12 ottobre;
le dichiarazioni pubbliche sia delle autorità tibetane sia del Governo della Repubblica Popolare cinese sono volte a risolvere la questione del Tibet tramite un processo basato sul dialogo, ma l'esistenza di differenze su questioni sostanziali ha finora impedito di raggiungere una qualunque forma di intesa nella relazione storica tra il Tibet e la Cina;
le preoccupazioni del Governo della Repubblica Popolare cinese per l'unità e la stabilità della Cina e la richiesta conseguente di formale adesione alla politica di "Una sola Cina" ha sinora impedito di riconoscere vera e sostanziale autonomia alla Regione Autonoma del Tibet (TAR) ed alle contee e prefetture autonome tibetane nate dallo smembramento forzato del Tibet storico;
il Parlamento italiano, così come altre istituzioni democratiche, ha più volte denunciato la situazione complessiva dei diritti umani della popolazione tibetana in Cina ed ha puntualmente denunciato singoli casi di violazione delle libertà e dei diritti individuali di monaci e laici tibetani, quali gli incidenti alla frontiera tra Tibet e Nepal del 30 settembre 2006 presso il passo Nanpa La, o l'arresto e la scomparsa del più giovane prigioniero politico al mondo, in Panchen Lama, di cui non si hanno più notizie dal 1995, o come il caso, dimenticato dai più, di Lobsang Tenzin, il prigioniero politico tibetano da più tempo ancora detenuto nelle carceri cinesi per aver manifestato nel 1988 a favore dell'indipendenza tibetana e a sostegno del Dalai Lama;
il Parlamento europeo il 13 febbraio 2007 ha approvato a larga maggioranza una puntuale risoluzione sul dialogo fra il Governo cinese e gli inviati del Dalai Lama che impegna le istituzioni europee ed i singoli Stati membri a favorire il processo negoziale tra le parti,
impegna il Governo:
a continuare nella richiesta di informazioni circa la condizione dei detenuti tibetani nelle carceri cinesi in ogni incontro diplomatico ufficiale, con particolare riguardo al caso di Lobsang Tenzin, chiedendone l'immediata liberazione;
a sollecitare il Governo della Repubblica Popolare cinese e le autorità tibetane a riprendere e continuare un dialogo, malgrado le proprie differenze su alcune questioni sostanziali, che consenta soluzioni pragmatiche che rispettino l'integrità territoriale della Cina e adempiano alle aspirazioni della popolazione tibetana per un Tibet unificato e realmente autonomo;
a favorire, attraverso la propria azione diplomatica, il desiderio del Dalai Lama di effettuare un pellegrinaggio in Cina e la richiesta del Parlamento tibetano in esilio per una riunione tra il Presidente della Cina e il Dalai Lama, incontro che aumenterebbe la fiducia tra le popolazioni del Tibet e della Cina, così come della comunità internazionale;
a sostenere attivamente il rafforzamento del dialogo e, in assenza di risultati tangibili sulle questioni sostanziali ed in consultazione con entrambe le parti, a valutare quale ulteriore ruolo futuro l'Italia e l'Unione europea possano svolgere per facilitare una soluzione negoziata per il Tibet, inclusa la nomina di un Rappresentante speciale UE per il Tibet;
a invitare la Commissione europea a sollevare la questione del Tibet e la ripresa delle trattative tra le due parti durante i negoziati del nuovo accordo quadro di cooperazione e partnership tra l'UE e la Cina;
a trovare le forme e le modalità più opportune, anche attraverso le organizzazioni sportive, per cercare di concretizzare, almeno in parte, lo spirito olimpico visto che Pechino si sta preparando ad organizzare un evento mondiale quali le Olimpiadi 2008;
a riferire in Parlamento in merito all'evoluzione del dialogo tra il Governo della Repubblica Popolare Cinese e gli inviati del Dalai Lama nel 2007 e successivamente;
a trasmettere la presente mozione al Primo Ministro della Repubblica Popolare di Cina, al Dalai Lama, al Governo ed al Parlamento tibetano in esilio, al Presidente del Parlamento europeo ed al Segretario delle Nazioni Unite.

 

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