Interrogazione su spadare

Interrogazione a risposta scritta
Atto n. 4-02238

Pubblicato il 21 giugno 2007
Seduta n. 174

DONATI , DE PETRIS - Ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Premesso che:

il 31 maggio 2007 la motovedetta CP 808 della Guardia costiera di Vibo Valentia Marina, impegnata in un’operazione di soccorso di un’imbarcazione da diporto impigliata in una rete derivante di spadara, si è trovata di fronte ad un grosso esemplare di capodoglio in avanzato stato di decomposizione avvolto nella stessa rete;
la settimana precedente un’intensa operazione di salvataggio svolta dalle motovedette della Capitaneria di Vibo Valentia Marina non era riuscita a sottrarre alla morte un altro giovane capodoglio, di circa tre metri di lunghezza e quattro tonnellate di peso, che era rimasto intrappolato in una rete derivante al largo di Tropea;
questi ultimi episodi, unitamente ad altri analoghi, testimoniano la recrudescenza dell’uso delle reti pelagiche derivanti, le cosiddette spadare, bandite definitivamente da un regolamento della Comunità europea (Reg. CE/1239/1998), che ne vieta l’uso e la detenzione considerandole gli strumenti di pesca più pericolosi perché non selettivi e primi responsabili della cattura di specie protette;
in Italia un decreto ministeriale 25 luglio 2002 del Ministero per le politiche agricole e forestali in attuazione dell’art. 2 del decreto-legge n. 85 del 2002 convertito dalla legge 134/2002 ha emanato il piano obbligatorio di dismissione e conversione delle unità autorizzate alla pesca con reti da posta derivante;
conseguentemente è stato istituito con il sostegno dell'Unione europea un programma che ha offerto incentivi finanziari agli armatori disposti ad abbandonare le reti da posta derivanti e a convertirsi a tecniche più selettive o ad abbandonare il settore della pesca;
sebbene siano stati stanziati diversi milioni di euro come indennizzo ai fini della riconversione per quanti praticavano una pesca comunque illegale, di fatto assistiamo ad una nuova espansione dell’uso delle spadare proprio da parte degli stessi che hanno incassato i soldi per la riconversione;
un decreto del Ministero per le politiche agricole e forestali (decreto 27 marzo 2003, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2003) e una successiva circolare del 10 aprile 2003 autorizzano tutte le imbarcazioni che, successivamente al bando europeo per l'uso delle spadare si sono riconvertite con il sistema delle ferrettare, a poter avere a bordo e utilizzare anche il sistema di attrezzi da posta così permettendo ai pescatori di avere a bordo ed utilizzare attrezzi che sono nella sostanza delle reti derivanti di spadare;
in materia di integrazione dei sistemi di pesca, con decreto del 4 aprile 2003 del Ministero per le politiche agricole e forestali, relativamente alla concessione degli attrezzi ferrettara e attrezzi da posta alle imbarcazioni, si consente agli armatori delle imbarcazioni autorizzate al sistema di pesca denominato ferrettara potranno ottenere l’aggiunta in licenza del sistema "attrezzi da posta";
successivamente in coincidenza con l’inizio della stagione di pesca il Ministero per le politiche agricole e forestali ha emanato in data 19 aprile 2005 un decreto che permette l’utilizzo di reti lunghe sino a 5 chilometri ed alte 20 metri nelle isole minori con l’effetto di avvicinarle alle caratteristiche tipiche delle spadare. In data 21 giugno 2005 il TAR Lazio (Sez. II ter) sospendeva l’efficacia del decreto 19 aprile 2005 in quanto contrario al limite previsto dalla normativa comunitaria di 4 metri, decreto successivamente ritirato dal Ministero per le politiche agricole e forestali in data 1° luglio 2005;
da ultimo, con il decreto del 24 maggio 2006 le ferrettare sono state ampliate da 2 chilometri a 2 chilometri e mezzo di lunghezza massima, mentre il loro impiego può essere esteso sino a 10 miglia dalla costa, rispetto al limite attuale di 3 miglia dalla costa e la larghezza massima della maglia passa da 100 a 180 mm.;
la ferrettara, utilizzata per catturare solo specie come le ricciole, gli sgombri, le sardine o le acciughe, è una rete da posta di maglia non superiore a 100 mm. di apertura che non dovrebbe superare i 2 chilometri di lunghezza e non potrebbe essere usata oltre le tre miglia dalla costa;
in particolare si segnala l’incremento dell’utilizzo di questo sistema di pesca illegale nella zona costiera della Regione Calabria, considerata tra le zone più a rischio insieme alla Sicilia (isole Eolie, il catanese), alla Sardegna sud occidentale (Calasetta e isola di Sant’Antioco) ed al basso Lazio (Isole pontine),

si chiede di sapere:

se non si ritenga di dover emanare immediatamente una direttiva rivolta a tutti gli organismi di controllo e di polizia al fine di sollecitare una sorveglianza più stretta ed efficace sull'uso delle reti derivanti e delle spadare;

se non si ritenga indifferibile ed urgente l’adozione di un provvedimento volto ad assicurare l’effettivo rispetto del divieto di detenere a bordo reti spadare previsto dalla normativa comunitaria, prevedendo nell’ambito delle sanzioni da applicare in caso di accertamento di attrezzi da pesca non conformi alla legge disposizioni atte a garantire che queste non rimangano ad alcun titolo a bordo delle imbarcazioni;

se non si ritenga opportuno aumentare i controlli della guardia costiera lungo le centinaia di chilometri di costa calabrese, dove il fenomeno della pesca illegale è più diffuso e da dove provengono molte delle barche che vanno a pescare in Sardegna;

se e quali altre iniziative si intenda assumere nell'immediato per fornire agli operatori della guardia costiera indirizzi operativi precisi nonché mezzi adeguati per contrastare l'impiego delle reti spadare, mettendoli in condizione di operare efficacemente;

se non si ritenga utile, infine, intervenire per la revoca immediata del contributo concesso agli operatori del settore che continuano ad usare spadare e se non si ritenga opportuno utilizzare, ai fini del rispetto dei divieti vigenti, anche l’accertamento dei parametri di produzione.

 


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